lunedì 20 aprile 2015

Appunti dal III Incontro

Laboratorio Filosofia e Teatro 15/05/2015

 

Nella prima parte teorica del laboratorio si è parlato della ritualizzazione del teatro, soffermandosi su come ognuno di noi nella vita di tutti i giorni costruisce la propria maschera e di quanto sia pericoloso far chiedere all'uomo perché porta quella maschera. Questa domanda crea una rottura del rapporto che l'uomo ha con l'esterno, con la società e con sé stesso.

 

Si è arrivati a parlare dello scontro ultracentenario tra Chiesa e Teatro, di come la società ecclesiastica abbia da sempre condannato il mascheramento e il travestimento come violazione dei precetti divini.

 

Nel corso degli anni la maschera è stata soggetta a diversi livelli di riconoscibilità: i personaggi hanno subito una stratificazione e un ispessimento dal punto di vista della caratterizzazione. Ad esempio nel teatro del 900 la maschera è stata usata e considerata come un riparo dal mondo pericoloso e spaventoso che in quegli anni circondava l'uomo.

 

Le commedie di Marivaux sono giocate su una dinamica di protezione, sullo scavare dei sentimenti che caratterizzano il personaggio e una determinata maschera. È stato addirittura coniato il termine marivaudage per descrivere questo tipo di commedie dell'intreccio dei sentimenti.

Inoltre, le commedie di Marivaux sono disseminate di tematiche filosofiche: i nuclei concettuali di tali tematiche sono il POTERE e la SOFFERENZA legata al potere (sia del servo che del padrone).

Proprio per queste tematiche le maschere (e di conseguenza i personaggi) in Marivaux si imbattono anche nel cambiamento e nella modificazione delle proprie caratteristiche. Tale cambiamento deve però avvenire con un passaggio lento, poiché il ribaltamento dei ruoli è inizialmente concepito come qualcosa di cui non ci si può fidare.

 

Abbiamo proceduto poi con la lettura del testo di Marivaux analizzato.

Nella seconda parte pratica del laboratorio si sono svolti alcuni esercizi per il lavoro dell'attore sul palco e per aumentare la fiducia tra attori che lavorano insieme, terminando la giornata con lo studio della maschera della Commedia dell'Arte di Pulcinella.

 

-    Nel primo esercizio gli allievi hanno dovuto alternare il MOVIMENTO del corpo a tempo di musica a degli STOP ben precisi che dovevano essere caratterizzati da una forte TENSIONE corporea in grado di sostenere la posizione nonostante le sollecitazioni esterne apportate dal regista. La pedagogia dell'esercizio consiste nell'insegnare all'attore che la tensione del corpo in scena è fondamentale per riuscire ad accogliere le spinte e le sollecitazioni del pubblico in sala.

-    Nel secondo esercizio, a coppie, gli allievi, seduti di spalle a terra, hanno provato ad alzarsi in piedi senza l'aiuto delle mani, sfruttando solamente la spinta sulla schiena del compagno. La pedagogia dell'esercizio consiste nell'insegnare all'attore la fiducia nell'altro. L'aiutarsi in scena, il venirsi incontro e il calibrare le forze è fondamentale per la buona riuscita di uno spettacolo.

-    Nel terzo esercizio, a coppie, il porteur, chiudendo con le mani gli occhi del compagno, doveva trasportare l'altro nella sala sfruttando il peso del suo corpo. L'altro, a sua volta, doveva ad occhi chiusi lasciarsi andare nelle mani del compagno, ascoltando la direzione dei movimenti del porteur ed assecondandola. Durante l'esercizio i porteur potevano scambiarsi, mantenendo sempre gli occhi chiusi e il peso sbilanciato del compagno. La pedagogia dell'esercizio consiste, oltre che nell'insegnare all'attore la fiducia nell'altro, nel ricreare la sensazione che si prova ad indossare una maschera sul volto e la restrizione del campo visivo dovuta appunto alla maschera.

-    Nel quarto esercizio abbiamo iniziato a studiare piccoli rudimenti di acrobatica con una presa. In coppia, uno di fronte all'altro, l'agile sale con i piedi sulle cosce del porteur e, attraverso la calibrazione dei pesi si arriva ad una situazione di equilibro aereo. La pedagogia dell'esercizio consiste, oltre che a rafforzare la muscolatura dell'attore e ad avere elementi acrobatici da portare in scena, ad aumentare la fiducia tra gli attori e a saper calibrare i propri pesi, le proprie diversità e le proprie forze, nell'acrobatica come sul palco.

-    Nel quinto ed ultimo esercizio, a coppie, un allievo doveva impersonare con i movimenti delle braccia delle foglie al vento, cercando di toccare il compagno. L'altro doveva, al contrario, cercare di evitare di essere toccato. I ruoli venivano poi invertiti nel corso dell'esercizio. La pedagogia dell'esercizio consiste ad aumentare la complicità degli attori che si troveranno ad andare in scena e a migliorare la loro coordinazione corporea.

 

Abbiamo, infine, concluso la giornata con lo studio della maschera della Commedia dell'Arte di Pulcinella.

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